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VIA ROMA

Al termine del nostro itinerario, merita una breve sosta il ricovero dell’asinello che si trova nella casa “De su Scieri”, oggi adibita ad albergo diffuso.
Nel lato sinistro dell’edificio si trova il ricovero dell’asinello con volte a botte in calcare locale. All’interno è possibile osservare l’anello in ferro (Sa loriga) dove veniva legato l’asinello, la mangiatoia e la sella. L’asino anni fa era un animale molto comune, quasi tutte le famiglie ne possedevano almeno uno e svolgeva le mansioni più svariate: veniva impiegato per macinare il grano (trainava la macina girando in tondo, a questo scopo gli si applicava un paraocchi), era impiegato principalmente come animale da trasporto (la massaia lo usava per il trasporto degli ortaggi, del letame, della legna e delle ghiande raccolte nei boschi), il pastore lo impiegava per il trasporto di semi e frutti e degli arnesi da lavoro, quando non si serviva del carro trainato dai buoi.
L’impiego dell’asino era particolarmente indicato per trasporti in zone scoscese e in stradine strette. Il trattamento che gli veniva riservato non teneva conto delle molte sue prestazioni, era infatti l’animale più maltrattato; a questo proposito esiste un proverbio che vogliamo condividere con voi: “su molenti malu du prangiti kandu moridi” cioè "l’asino non è apprezzato finché non muore".

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